con la collaborazione di Lorenzo Scotto di Luzio 

opening mercoledì 12 settembre 2012 ore 21

13_29 settembre 2012 su appuntamento +393386151961

 

“il-quadro-piu'-brutto-del-mondo

Non sono del tutto convinto della perentorietà di tale affermazione per il buon motivo che a sostenerla sia uno dei più erranti ed eretici equilibristi e mime parfait della pittura vagabonda degli ultimi lustri. Come d’altra parte può essere verificato dalla leggerezza, elevata a sfida, di un eclettismo privo di ombre (e forse anche di dubbi) negli ambiti più esposti della musica, della grafica, della moda e delle imprese legittimate dalla categoria dell’eccesso nell’accezione surmoderna di M.Augè. Un missaggio di trasferimento in un’unica colonna spazio-temporale dove le bande , non più solo sonore e registrate in precedenza separatamente, si congiungono sotto le insegne iconiche dell’eccesso e della citazione impropria quanto accattivante.”

RD

Cosi' Roberto Daolio sintetizza, nella breve introduzione alla mostra PASTA VERDE, il “ritorno alla pittura” di Andrea Renzini, dopo un’assenza lunga piu' di un decennio.

 

Quella che segue è una conversazione tenutasi nell'agosto di quest’anno.  

Fabio Farnè: sono rimasto molto sorpreso, non tanto della tua scelta di ritornare a dipingere, dopo tanto vagabondare tra la musica sperimentale o la moda, ma dall'utilizzo di un'iconografia che sfiora la "cattiva pittura" in termini non estetici ma squisitamente "naif" se non addirittura kitch. Mi puoi spiegare questa decisione?

Andrea Renzini: come tu ben sai gli esercizi di stile esistono da sempre nel sistema dell'arte e nel suo ramificarsi tra correnti iconografice o modelli manieristi. Tipologie ben delineate come autostrade rettilinee che attraversano i linguaggi e le varie correnti artistiche di turno. Diversamente esistono dei piccoli sentieri simili a quelli che dalle gole di montagna scendono a valle...inevitalmente quelli che li percorrono non sono piu' coraggiosi di altri, ma sono consci di vivere diversamente il proprio percorso, ai margini del sistema, qualsiasi percorso esso sia.

In questa mostra ho sublimato l'immaginario della subcultura hippy e squisitamente "fricchettona", quella legata all'iconografia psichedelica dello "sballo" e del trip che vede l'antesignano del genere nello studente della Chelsea Art School Berry Godber, autore della famosa copertina dei King Krimson "in the court of crimson king" da cui scaturirono infinite visioni.

FF: perchè il titolo PASTA VERDE ? cosa significa ?

AR: pasta verde è lo pseudonimo di un giovane artista giramondo uruguaiano di nome Gustavo Del Rey. Lo incontrai in una vacanza insieme a Lorenzo Scotto Di Luzio a San Fernando nell'isola di Formentera, diversi anni fà, prima che il turismo di massa ne trasformasse lo spirito e di conseguenza i suoi visitatori. Diventammo amici. Gustavo ci mostrò la cartella dei suoi disegni e anche di altri amici "pies negros" presenti in quella specie di grande famiglia che viveva per strada. Quello che mi sorprese non era tanto l'immaginario strafatto di folletti, nuvole di hascish che diventano pianeti che diventano occhi che piangevano stelle cadenti sul ventre di una ragazza bellissima gravida degli umori dell'universo, bensi' l'autentica immedisimazione in cio' che viveva e disegnava. Questo accumunava quei disegni scarabbocchiati a bic in piccoli quaderni a quadretti stropicciati dal viaggio, a tanti altri visti in giro per il mondo ,in una continuità temporale e geografica senza limiti e senza tempo. Mi affascinava l'ingenuità e la vita leggera che questa comunità antropologicamente perpetuava tra Bali e Goa, Katmandu Creta e Formentera…come la migrazione degli aironi..invece di compire il medesimo affollatissimo volo andata e ritorno Milano-Berlino-New York dell'arte istituzionale. Era come vedere la rappresentazione plastica che passa tra il "lavoro" e la "vacanza".L'arte dovrebbe essere una miscela di queste due cose, ma alla fine sono quasi sempre divergenti, o lavori all'interno o vai in viaggio all'esterno...o fuori di testa.. sicuramente. 

FF: e la collaborazione con Lorenzo in cosa ha consistito?

AR: la cosa buffa nacque dalla somiglianza della faccia di Lorenzo con alcuni personaggi dipinti da Gustavo nelle sue visioni..essere napoletano è gia' di per sè essere di un'altro universo..e questo Gustavo lo capiva perfettamente....cosi' gli commisionai un disegno di un folletto che avesse il suo volto.."pasta verde" ne ha le sembianze apparenti, in realtà Lorenzo è molto piu' bello...e molto piu' bella fu' la vacanza che ci prendemmo insieme.

FF: PASTA VERDE ha come sottotitolo il-quadro-piu’-brutto-del-mondo per via anche della presenza di quei bambini con palloncini, che richiamano anche una certa cartellonistica da luna park. Ne ho visto di recente alcuni simili a Parigi, a Montmartre.

AR: esattamente! i bambini allucinati provengono da un altra subcultura simile. Quella dei pittori bohemien che dipingono in vacanza per i turisti in vacanza ,un bel corto circuito ai piedi del sacrecoeur. Hippy naif anti-litteram, fine anni cinquanta, anche loro vivevano il proprio fare arte in un’ oasi felice e parallela volutamente marginale. E’ chiaro che un "escursus sui generis" come questo possa generare un quadro molto brutto per il vigente senso estetico, ma ogni ready-made ha i suoi rischi. I benefici ai posteri.