a cura di Lelio Aiello 

dal 20 ottobre al 9 novembre 2013

orari apertura giovedì, venerdì, sabato 15_19 e su appuntamento

Simona Paladino, vincitrice della prima edizione del PremioFidei, presenta a Bologna un progetto inedito con un intervento site specific per LOCALEDUE.

La sua ricerca si sviluppa attraverso l’uso di interventi installativi, elementi scultorei, pittorici, oggetti d’uso quotidiano, calchi, fotografie e materiali tessili. E' interessata alla dimensione del tempo e al rapporto di osmosi tra natura e memoria e l’inserimento di minimi e imprevisti spostamenti di senso, nella realtà quotidiana, diventa il principale strumento di indagine del suo lavoro. 

Attualmente è iscritta al Biennio Specialistico in Arti Visive presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Nel 2010 si laurea in Comunicazione Pubblica della Cultura e delle Arti presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Ferrara. Nel 2013 segue il Corso di formazione Il mestiere delle arti – II Edizione, presso Museo della Civiltà Contadina – Villa Smeraldi, San Marino di Bentivoglio (BO) e Teatro Comunale di Ferrara, e partecipa al Workshop TESSUTO VISSUTO LAB, dall’arte della canapa alla canapa per l’arte, condotto dall'artista Emilio Fantin, presso Museo della Civiltà Contadina – Villa Smeraldi, San Marino di Bentivoglio (BO). Dal 2012 è borsista presso la Fondazione Collegio artistico Venturoli di Bologna. Nel 2012 svolge un Tirocinio presso lo studio dell’artista Davide Rivalta, Carteria – Pianoro (BO) e partecipa al Workshop con gli artisti Bianco-Valente presso la Galleria Sponda – Fabio Tiboni, Bologna. 

Il PremioFidei è promosso da uno dei più vasti Comuni dell'area del cosentino, Montalto Uffugo, che in partnership con due prestigiose Accademia di Belle Arti italiane, quali sono quella di Bologna e di Catanzaro, si prefigge di promuovere e soprattutto premiare la qualità di ricerca e le produzioni artistiche più innovative degli allievi provenienti dalle due Istituzioni coinvolte.

Simona Paladino è stata giudicata vincitrice del Premio da una commissione formata da Lelio Aiello – curatore del PremioFidei, Alberto Fiz – Direttore del Museo MARCA di Catanzaro, Fabio Farnè – Direttore LOCALEDUE di Bologna, Claudia Zicari – Artista.

 

 

“Un cantiere di idee dove le cose aspettano di essere costruite" 

La prima volta che sono entrato nello studio di Simona Paladino ho compreso il suo approccio all'atto artistico. Davanti ai miei occhi interventi disseminati, quasi tutti di piccole dimensioni e di natura diversa, sparsi ovunque, negli angoli della stanza, a terra, sui tavoli, nei dislivelli delle pareti. Appunti di idee e lavori compiuti che richiedevano, sia per la dimensione che per come erano collocati, il compimento di un gesto, dovevi chinarti e guardarli proprio da vicino perchè invitavano all'attenzione con intimità. Sguardo rigoroso che osserva le cose per stabilire con esse un rapporto quasi ossessivo, quello di Simona, soprattutto quando si tratta di scarti residuali appartenenti a chissà quale realtà. Cerca le sfumature dentro la sfumatura, forse perchè vuole svelarne i paradossi e le contraddizioni. Alla mia domanda, se fra quegli oggetti ci fossero bozzetti per lavori più grandi, ha risposto di no, ma che aleggiava già nelle sue intenzioni il confronto con lavori più grandi.

Qualche giorno dopo si era messa al lavoro.

In mostra ci sono suppellettili e oggetti che instaurano tra di loro un dialogo silenzioso, un senso d’attesa e una sospensione carica di aspettative. La modalità operativa adottata è quella della disseminazione, rigorosa e ordinata, degli oggetti nello spazio. Una lastra di gesso, addossata alla parete (probabilmente in attesa di essere decodificata), simula nelle sue fattezze una tavola di legno da cantiere. Non si tratta di una contraffazione, ma di una alterazione della sostanza del legno, i nodi immersi alle estremità del gesso sono veri, sono residui di rami originariamente incastonati nel midollo del legno, la parte più interna del tronco. Sul pavimento della galleria, due strutture di legno dialogano tra di loro e con il perimetro dello spazio e rimandano al rigore delle esperienze minimaliste, Carl Andre soprattutto, forme ottenute dall'accostamento di elementi identici e semplici (travetti di legno della stessa dimensione), la cui disposizione e relazione spaziale danno luogo ad un oggetto essenziale, che Simona sospende su punte, accuratamente appuntite, di matite da disegno. Con questo gesto minimo ed ironico, dichiara la sua personale posizione rispetto alla esperienza del Minimalismo, che negava qualsiasi elemento narrativo o ironico nell'opera. Le pareti accolgono invece due fotografie che dilatano la visione di un frammento di realtà, dove il processo naturale di deterioramento dell'essere vivente è reso evidente. E' il residuo di un insetto, ingrandito a tal punto da farle perdere le origini di appartenenza. Quelle zampette sembrano qualcosa d'altro, le sue escrescenze appuntite dialogano inaspettatamente con le punte di matita su cui poggiano i due oggetti in legno. Poco più in là, adagiato quasi sul pavimento, un libro con dei disegni geometrici cuciti a filo spiazzano lo sguardo, perché sfogliando le pagine il disegno, sul retro, assume altre coordinate spaziali.

Tutti Interventi minimi che dialogano e spostano di senso e di significato l'ordine precostituito del reale e della quotidianità.

Lelio Aiello

  

opere in mostra

PUNTE D’APPOGGIO, installazione, dimensioni ambiente,legno, punte di matita, assemblaggi, 2 elementi, 38x38x25 cm, 38x38x38 cm, grafite su parete, disegno, 38 x 38 cm, 2013,

INSETTI SPEZZATI, stampe digitali su alluminio,2 elementi, 40x30 cm cad., 2011-2013

NODI, calco, gesso, legno, 50x150x3 cm, 2013

STRUTTURE, libro, filo di cotone, grafite, cuciture e disegno su carta, 36x40 cm (libro chiuso), 2013

 

photo credits

installation view Simona Paladino

opening Claudio Simoni

 


CV_Simona_Paladino.pdfINVITO.pdf