a cura di Lelio Aiello

 

Tre esperienze espositive rivolte a giovani artisti provenienti dall'Accademia di Belle Arti di Bologna. Le tre mostre, ispirate al duetto musicale a due voci della musica lirica, avranno come filo conduttore il dialogo tra le opere e prevedono l'esposizione di due artisti per ogni mostra.

Le tre mostre sono il primo momento di un progetto più vasto, a cadenza annuale, dal titolo Academy Transitions, che propone una serie di esposizioni della durata di 10/15 giorni ed ha come finalità di presentare e promuovere annualmente giovani artisti, fra i più interessanti, provenienti dall'Accademia di Belle Arti di Bologna, ancora in fase di studio o che abbiano concluso il percorso di studi negli ultimi tre anni. Il progetto si prefigge di mettere in relazione una fra le più importanti Istituzioni di Bologna, per la ricerca nelle arti visive, con la città.

Il progetto ha ottenuto il patrocinio del Comune di Bologna e dell'Accademia di Belle Arti di Bologna

"Una voce non porta a termine nulla e nulla decide, due voci sono il minimum della vita il minimum dell’essere.(Michail Bachtin).

Le tre mostre dal titolo Duetti tentano di mettere in relazione pubblico e produzioni di giovani artisti dell'Accademia di Belle Arti di Bologna, sono sei allievi, Esteban Ayala, Barbara Baroncini, Francesco Cossu, Elisa De Nigris, Andrea Lulli e Riccardo Vanni, che seguo da qualche anno. Lo spazio che li accoglie è Localedue, innestato come è nella Manifattura delle Arti, si configura come seguito di esperienze espositive del recente passato bolognese, valgano come esempio il Graffio, oggi diventato Casabianca e la galleria Neon, che hanno consentito a giovani artisti, oggi sulle vette internazionali, di emergere e affacciarsi al panorama dell'arte. Tra gli aspetti che costituiscono il fulcro di questo progetto ci sta l'intenzione di portare la questione sul piano della relazione a due o ancora meglio del Duetto, consuetudine nell'ambito musicale, dove cantare a due voci è storia saldamente radicata nel passato. Nelle arti visive la sua manifestazione è più recente e risale agli anni ottanta/novanta, anni in cui gli artisti iniziano a collaborare maggiormente. Diciamo subito che i nostri sei giovani artisti si presentano con una piacevole varietà di approcci linguistici e che la relazione a due è richiesta ma lasciata aperta in tutte le sue declinazioni, nel senso che il criterio che abbiamo utilizzato non è quello del brano musicale cantato a due voci, ma semmai quello della relazione tra due opere. Non abbiamo voluto neanche affrontare temi che definissero troppo i confini su cui indagare, se non quelli della propria identità di ricerca, e il bello è che la magnifica accettazione del caso e soprattutto le progressive conversazioni intraprese sul “che fare” hanno prodotto risultati di natura diversa, in cui l'opera dell'uno trova la sua dimensione e il suo significato in funzione dell'altra, la rafforza, vi si contrappone o la completa.

I primi due artisti ad entrare in scena sono Andrea Lulli e Riccardo Vanni che hanno scelto di andare nella direzione del canone a due per “augmentationem”. In questa prima mostra le due opere hanno tutte e tre le caratteristiche citate appena qualche rigo sopra: si contrappongono, si rafforzano e si completano in una dimensione che appartiene più al vuoto che al pieno. Lulli propone un opera di natura sonora in cui il processo che lo determina è un lavoro “in togliere” e il protagonista un gioco solitario dell'adolescenza: scagliare delle pallonate contro le pareti nel garage di famiglia, dove risonanze e traiettorie imprevedibili, del pallone calciato, costituivano gli aspetti di una allora inspiegabile piacevole sensazione. Ritorna in quel campo di calcio e ripete lo stesso gesto ma in piena coscienza, usa insomma il garage come matrice del suo lavoro, registra le pallonate ed espone in galleria la sua declinazione sonora, immateriale e in definitiva astratta, poiché utilizza solo un subwoofer che riproduce solo le basse frequenze del reale suono, procede per sottrazione nella sua ricerca di “un gioco in cui i giocatori non ci sono più, il cui tempo è scagionato, libero”. Riccardo Vanni risponde con uno slogan, carico d'ironia, pronunciato dall'allenatore di calcio Boskov che recita così: “Rigore è quando arbitro fischia”. La frase sgrammaticata e famosa perché apparsa tempo fa su quotidiani e televisione, appartiene alla memoria collettiva più popolare e incide su di noi quasi con efficacia warholiana, quella scritta tipografica è comune a molti ma è collocata sulla parete di un luogo deputato all'arte. Spostamento semantico destinato a creare dubbi e a sollevare interrogativi, d'altra parte, a ben guardare, quella frase sembra volere annunciare una possibile sospensione temporale determinata dall'eventuale fischio dell'arbitro, un fermo immagine ma in un contesto in cui l'immagine si è rarefatta o è addirittura assente, ci sono solo indizi ..."

Lelio Aiello

 

dal 7 maggio al 24 maggio 2014

inaugurazione alle ore 18,30

orari mostra: giovedì, venerdì e sabato dalle 15 alle 17 

  

Andrea Lulli, tempo libero, installazione audio site specific per LOCALEDUE, 2014

Riccardo Vanni, boskov, prespaziato applicato a parete, 15 x 280 cm, 2014

 

 

 

 

Esteban Ayala / Francesco Cossu

dal 28 maggio al 14 giugno 2014

inaugurazione alle ore 18,30

 

Barbara Baroncini / Elisa De Nigris

dal 18 giugno al 5 luglio 2014

inaugurazione alle ore 18,30

 

 

 

 

 

 

 

 

BIO

 

Andrea Lulli (Prato 1990)

Artista audio visivo, ritiene la ricerca artistica come un lento apprendistato, nel tentativo di tendere se stessi verso l'esterno in un potenziale non delimitato e infinito. Nei lavori più scultorei indaga il lavoro di forze, tensioni, pressioni compiute in relazione a un dato spazio specifico, usando anche il suono come elemento percepito. Spesso le opere sono poste come ostacoli, inciampi o giochi immaginari e immaginati, costantemente in bilico tra sottrazione e coinvolgimento.

 

Andrea Lulli si diploma nel triennio di Arti Visive all’Accademia di Belle Arti di Bologna nel 2014. Prende parte a mostre collettive: Step13 il dialogo, a cura di Lelio Aiello, Accademia di Belle Arti di Bologna (2013), Step12 il dovere, a cura di Lelio Aiello, Accademia di Belle Arti di Bologna (2012), Ti do tutto, non posso darti di più, a cura di Giovanna Caimmi e Cristina Francucci, dipartimento didattico Mambo, Bologna (2012), Manufatto in Situ5, visiting professors A Constructed World, a cura di Viaindustriae, Parco per l’Arte in Cancelli, Foligno (PG) (2011).

 

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Riccardo Vanni (Portomaggiore (Fe) 1988)

Il lavoro di Riccardo Vanni è una riflessione sulla funzione del linguaggio applicata alla pratica visiva. Crea slogan, ponendo quesiti e ribaltando enunciati nei quali sfrutta la sintassi grammaticale, la distinzione tra significato e significante e la contestualizzazione di pensieri nello spazio. Vanni, nel suo ruolo di artista, sembra affascinato dalla necessità di conferire una forma ai contenuti di una comunicazione che appare sempre più invasiva, inopportuna e ambivalente. Le sue installazioni tipografiche creano dubbi, sollevano interrogativi e, nel contempo, contengono alcuni indizi per poter essere risolti.

 

Si è diplomato nel biennio di Arti Visive all’Accademia di Belle Arti di Bologna con l'artista Luca Caccioni (2014). Ha partecipato al workshop Accademie Eventuali, visiting professor Michele Di Stefano/MK e Margherita Morgantin, promosso da Fondazione Furla e Fondazione Carisbo, Palazzo Pepoli, Bologna (2012). Nel 2013 espone alla sua prima mostra personale Misurare le parole prego, a cura di Bruno Bandini, Centro Culturale, Russi (Ra). Prende parte alle seguenti mostre collettive: Differenti attitudini, a cura di Roberto Daolio, Galleria Vero Stoppioni, Santa Sofia (FC) (2012); Biennale Chiese Laiche, Le arti alla fine del mondo, V Edizione, AA VV., Sala della Manica Lunga, Ravenna (2012);Quei cento artisti in una cuccia, a cura di Massimo Marchetti, Spazio Riss(e), Varese (2013), Marta Guerrini, Mauro Maffezzoni, Mala.Arti Visive, Riccardo Vanni, a cura di Anteo Radovan, Zola Predosa (Bo) (2013). Vince: Premio Campigna, 54a Edizione, Santa Sofia (FC) (2012); Premio Timberland, Nature Needs Heroes, III Premio, Bologna (2012); Premio Zucchelli, Fondazione Zucchelli, Bologna (2014).

Francesco Cossu (Carbonia (CA) 1985). Vive e lavora a Bologna.

Una ricerca che attinge dal recupero e la ricombinazione dei materiali comunemente ritenuti di scarto. Sculture e installazioni sono costruite con materiali poveri e di riciclo ed esprimono un dato estetico del repertorio delle immagini pop, dei fumetti, cartoni animati e videogames, in un'analisi della dicotomia natura/tecnologia; tematiche affrontate, in parallelo, tramite una pratica sui media digitali come internet art o GIF art.

Nel 2013 si diploma nel biennio di Arti Visive all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Vince il Premio Zucchelli, Bologna (2013, 2012). Nel 2013 segue il workshop di sound art tenuto dall'artista John Duncan presso Accademia Belle Arti Bologna. Espone nel 2013 alla sua prima mostra personale: Mammifero - sculture, Sala Margana, Roma. Prende parte a mostre collettive: CoCoCo – Como Contemporary Contest, a cura di Roberto Borghi, Daniele Palazzoli, Ivan Quaroni, Luigi Ratclif, Emma Zanella, ex Chiesa di S. Pietro in Atrio, Como (2013), 54° Premio Campigna – Differenti attitudini, a cura di Roberto Daolio, Galleria Vero Stoppioni, Santa Sofia (FC) (2012), Hic Sunt Leones – Luoghi inesplorati della contemporaneità, a cura di G. Mundula e M. Giuffredi, Sala Museale del Baraccano, Bologna (2012).

mammifero.tumblr.com - mammiferosculpture.tumblr.com - mammiferoart.tumblr.com

Esteban Ayala (Quito,Ecuador 1978)

È interessato agli oggetti e alle loro possibili combinazioni, lavora in modo empirico, assemblando pezzi metallici, cemento e parti meccaniche per creare nuove strutture e meccanismi.

Espone nelle seguenti mostre personali: Si la envidia fuera oro, tu ya serías millonario, Museo de la Ciudad de Riobamba, Riobamba, Ecuador (2011), Idolatrias, Associazione culturale “La Pillola”, Bologna (2010). Prende parte alle mostre collettive: Talente, Handwerkskammer für München und Oberbayern, Monaco, Germania (2008), Foro de arte joven para artistas hispanohablantes I, Instituto Cervantes, Monaco, Germania (2009). Frequenta il biennio specialistico in Arti Visive all’Accademia di Belle Arti di Bologna.

http://www.estebanayala.com/

Elisa de Nigris (Bologna, 1987)

Il lavoro di Elisa de Nigris verte principalmente sull’utilizzo della fotografia analogica e sullo sviluppo in camera oscura secondo metodi anticonvenzionali. Tema caro è quello dell’avvicinamento alla fotografia di artisti: le visite ai loro luoghi e il fotografare le loro opere è oggetto dei suoi progetti fotografici. Nasce una riflessione sull’autorialità dell’opera, espressa non solo dal punto di vista concettuale ma trattata negli aspetti più emozionali, intimi e affettivi

Elisa de Nigris frequenta il corso di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Partecipa alle seguenti mostre e workshop: Delphic Volgograd 2014 - XIII edizione degli Youth Delphic Games, con il patrocinio dell’UNESCO, Conservatorio di Volgograd, Volgograd, Russia (2014), I edizione del Premio Fidei (menzione speciale), Comune di Montalto Uffugo (CS) (2013). Nel 2013 partecipa al workshop di fotografia a cura di Franco Vaccari e Luca Panaro presso Associazione Grandangolo, Carpi (MO) accompagnato da una mostra finale presso la Biblioteca Comunale di Carpi.

 

Barbara Baroncini (Bologna 1989)

 

La ricerca artistica indaga l'epidermide delle cose, intendendola come luogo su cui si registra la relazione tra la parte interiore del corpo e l’esterno con cui esso è in contatto.

Attraverso il calco delle superfici ottiene nuovi oggetti, simulacri e altri corpi. Il calco, svincolato dall’essere copia di un originale, è inteso come un reperto del quotidiano a noi più prossimo, una memoria degli aspetti più sensibili che si celano dentro le cose.

 

Barbara Baroncini consegue il diploma triennale in scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna (2012); frequenta il biennio di pittura. Nel 2011 partecipa al progetto Erasmus presso la Faculdade de Belas Artes da Universidade do Porto in Portogallo. Dal 2012 è borsista presso la Fondazione Collegio Artistico Venturoli a Bologna. Ha preso parte a mostre collettive e concorsi: Open studio, ArtCity Bologna, Fondazione Collegio Artistico Venturoli, Bologna (2014), Buone attitudini, a cura di B. Buscaroli, G. Caimmi, W. Guadagnini, Fondazione Zucchelli, Bologna (2014), Repas Frugal, a cura di Elena Hamerski e Marco Servadei Morgagni, Oratorio di San Sebastiano, Forlì (2013), Step013 il dialogo, a cura di Lelio Aiello, Accademia di Belle Arti di Bologna (2013), Cuore di Pietra, a cura di Mili Romano, Pianoro Bologna (2013). Vince il Premio Zucchelli, Accademia di Belle Arti di Bologna (2013).



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