Tre casi di cosa
un progetto di LOCALEDUE per Nesxt festival internazionale di spazi non profit (Torino 27 ottobre- 6 novembre 2016)
a cura di Giulia Morucchio e Irene Rossini
In "Non è cosa", Franco La Cecla sostiene che «una delle derive che questo secolo si porta appresso» risieda nella «fede cieca nell’inerzia della materia. Un credo assoluto, basato su una metafisica del ‘dietro non c’è niente’ che ha provocato non pochi problemi alla nostra relazione con il mondo». Per La Cecla invece, “cosa” è concetto ampio, un nodo denso di significato che non solo riesce a parlare del contesto che lo ha prodotto e consumato, ma anche di un determinato tempo storico, di un modo di percepire e vedere il mondo. La cosa è una costruzione, non un passivo ed inerte già dato.
A partire da questa riflessione, i lavori presenti in mostra mettono in discussione la posizione dell’oggetto come altro inanimato, proiettando su di esso valenze o caratteristiche umane, attivando processi di coautorialità o trattando la materia come forza viva.
In Millennium Combo di Carola Bonfili le riprese video di un gioco gonfiabile per bambini che si tende, si gonfia e si sgonfia, enfatizzano i movimenti della plastica in modo da creare un rimando alla sfera erotica. Il video - come altri lavori della Bonfili - mette in questione i meccanismi di percezione, interrogandosi su quanto quello che vediamo sia un già dato e quanto invece venga costruito attraverso proiezioni soggettive.
Il lavoro di Špela Volčič Bread Sculptures fa parte di un ciclo di ricerca sul pane iniziato nel 2011. Per realizzare questa serie, l’artista inserisce nella macchina impastatrice diversi materiali, lasciandole poi il compito di lavorare gli ingredienti. Ciascuna scultura nasce da una sperimentazione - il risultato della lievitazione di una reazione chimica tra vari ingredienti, indipendente dall’agire dell’artista.
Vittorio Cavallini interviene in mostra con due lavori. Colpi liberi su un corpo elastico consiste in una lastra piegata sulla quale è stesa una certa quantità di argilla: la scultura è il risultato della pressione sulla materia morbida e il distinto movimento del supporto flessibile. In Forza in un senso e forza contraria invece, Cavallini comprime tra due lastre di vetro una miscela d’argilla, evidenziando la forza attrattiva della materia umida che sorregge e sigilla il vetro. Le sue opere agiscono come contrappunto, rendendo esplicite le tensioni che regolano la materia: le forme di Cavallini sono diretta conseguenza delle proprietà chimiche e fisiche, delle energie vive che regolano i rapporti tra le cose.
immagine : Carola Bonfili, Millenium Combo, (videostill), 2008
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In Non è cosa, Franco La Cecla argues that «one of the deviation carried by this century» is the «blind faith in the inertia of the matter. An absolute creed based on a metaphysic of “there is nothing behind”, which caused a good number of problems to our relation with the world». According to La Cecla, the concept of “thing” is broader, a node thick with meaning which represents not only the context which made (and consumed) it, but also a determined historical period, a way of perceiving and seeing the world. The “thing” is a construct rather than a passive and inert given.
Starting from this consideration, the exhibited works call into question the position of the object as inanimate “other”, projecting on it human values and characteristics, initiating processes of co-creation or treating the matter as living force.
In Millenium Combo, by Carola Bonfili, the video of an inflatable playground, tensing, inflating and deflating, puts the emphasis on the movements of plastic in order to create a reference to the erotic sphere. The video – like other artist’s works – questions the mechanisms of perception, it interrogates itself on how much of what we see is an “already given” and how much is instead created by subjective projections.
The work of Špela Volčič Bread Sculptures is part of a broader study, started in 2011, on bread. To create the series, the artist puts different materials in the bread machine, leaving to it the task of working the ingredients. Each sculpture is born from an experiment, the result of a leavening of a chemical reaction of different ingredients, independent from the artist’s acts.
Vittorio Cavallini participates with two works. Colpi liberi su un corpo elastico is composed of a folded plate on which the artist laid out some clay: the sculpture is the result of the interaction between the pressure applied on the soft matter and the discrete movement of the flexible support. In Forza in un senso e forza contraria Cavallini compresses between two glass plates a mixture of clay, making evident the attractive force of the humid matter which sustains and seals the glass. His works act as counterpoint, making explicit the tensions which govern the matter: Cavallini’s forms are a direct result of chemical and physical properties, of the living energies governing the relation between things.
photo credit: Špela Volčič